Sindrome di Wanderlust: come capire se sei malato di viaggi

Non fai altro che ripensare all’ultimo viaggio o fantasticare sulla prossima meta?

Ti senti vivo solo quando sei in procinto di partire o stai pianificando la tua prossima avventura?

Sei costantemente spinto dal desiderio irrefrenabile di esplorare il mondo, di scoprire nuovi luoghi, conoscere nuove culture, imparare nuove lingue?

Viaggiare è la tua più grande passione?

 

Se tutte le risposte a queste domande sono SI

Fai un respiro lungo, siediti, ho una comunicazione per te: mi dispiace dirti che sei malato…
HAI LA SINDROME DI WANDERLUST!!

Proprio come me, ma non preoccuparti, è curabile, il miglior antibiotico è preparare i bagagli, viaggiare e ancora viaggiare… 😉

 

… Ma in soldoni cosa è la SINDROME DI WANDERLUST?

 

La sindrome di Wanderlust è chiamata anche “la malattia del viaggiatore”, il termine Wanderlust è di origini tedesche e significa letteralmente “desiderio di vagabondare”.

 

Scherzi a parte, più che una malattia si può definire come una fissazione, un’ossessione o anche come una valvola di sfogo per scappare da una routine che ci va un po’ stretta.

Tuttavia è stata condotta una ricerca scientifica che sembra aver dimostrato che i malati  di viaggio sono tali perché ce l’hanno scritto nel DNA.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista  Evolution and Human Behaviour, e si vanta di  aver individuato il cosiddetto ‘gene del viaggio’, ribattezzato appunto gene di Wanderlust.

Il gene del viaggio non sarebbe altro che il recettore della dopamina D4, che sarebbe il diretto responsabile della passione e dell’amore per tutto ciò che è esotico e sconosciuto.
Pare che questo recettore non sia presente in tutti, ma fa parte del DNA di circa il 20% della popolazione mondiale.

Anche il National Geographic ha condotto e finanziato una ricerca al riguardo ed è stato notato che tutti i “malati di viaggio” sono persone maggiormente propense ad affrontare rischi,  ad andare verso l’ignoto, a provare cibi nuovi,  a superare barriere culturali e geografiche, ad avere relazioni nuove e più avventure sessuali.

Messa in questi termini, non sembrerebbe poi cosi male… 🙂

 

Scopriamo insieme quali sono i segnali inequivocabili per comprendere se si è affetti dalla sindrome di Walderlust.

 

  • Viaggiare è la tua più grande passione, un qualcosa che va aldilà di un semplice hobby.
    Ami viaggiare e diventerà il tuo scopo di vita.

 

  • Possiedi una curiosità innata per i posti nuovi, per le culture sconosciute che ti porteranno inevitabilmente ad indagare al riguardo, sfogliando libri e cartine geografiche.
    E si, scommetto che sei un amante delle cartine geografiche e possiedi nel salotto di casa un meraviglioso mappamondo, che ogni tanto fai girare e posizioni il dito a caso, come fosse un gioco, sul posto che visiterai l’anno a venire…

 

  • Sei sempre sul pezzo per quanto riguarda le mete da visitare in un determinato periodo dell’anno e per i prezzi dei voli! Sul tuo computer i siti che visiti con più frequenza sono quelli di viaggi e/o di prenotazioni… giusto??!
    Sei un punto di riferimento per amici e/o conoscenti che desiderano viaggiare ma non sanno da dove cominciare.

 

  • Sei un amante dei rischi, dell’avventura. Tutto ciò che è lontano e sconosciuto ti affascina e incuriosisce.
    Non temi affatto l’incontro con culture a te diametralmente opposte, con lingue nuove, anzi! Non vedi l’ora di confrontarti.

 

  • In libreria finisci inevitabilmente nella sezione viaggi.
    Che sia una guida di viaggio (adoro le Lonely Planet, ne conservo gelosamente una di ogni paese che ho visitato e vorrei visitare) o che sia un libro che parla di avventure lontane pronto a farti sognare ad occhi aperti.

  • Il regalo più apprezzato per i Wanderluster è sicuramente un qualcosa inerente ai viaggi, qualsiasi cosa… al bando vestiti, orologi, molto meglio una cartina, un mappamondo, un beauty case.

 

  • Ritieni che i soldi meglio spesi siano quelli spesi nei viaggi. Niente ci fa più ricchi interiormente di un’avventura.
    Perciò farai in modo di risparmiare per poterti permettere di viaggiare nel luogo dei tuoi sogni. Al bando aperitivi, cene, scarpe costose… 450 € buttati via! Io con 450 € mi ci faccio un weekend fuori porta! 😉

 

  • Ci si sente realmente vivi solo quando si è in procinto di partire per la prossima avventura o si sta pianificando la suddetta, sognando ad occhi aperti scenari ed emozionandosi.
    La vita di tutti i giorni, la classica “routine” ci va un po’ stretta… che tu possa essere una semplice impiegata, una barista o una cassiera, viaggiare è la valvola di sfogo necessaria ad affrontare momenti pesanti e duri, che tutti noi passiamo nella vita.

 

  • Scommetto sei poliglotta come me e saprai pronunciare anche semplici frasi di benvenuto in più di 3 lingue… anzi, se così non fosse, acquisterai un dizionario per fare ciò! Sia mai visitare un paese sconosciuto senza parlare la loro lingua, non è sintomo di rispetto.

 

  • Casa dolce casa… ma dopotutto casa dov’è? Cosa possiamo chiamare casa? Possiamo chiamarla il posto dove viviamo ma possiamo anche chiamare Londra casa nostra, Parigi, o una semplice città dove ci siamo innamorati e ci è rimasta nel cuore. Non si ha un luogo da chiamare casa, una parte di noi sarà sempre altrove. Questo è il prezzo da pagare per la ricchezza che ci hanno dato i viaggi che abbiamo intrapreso, il prezzo e la fortuna di avere legami con persone in più di un paese.
    Siamo cittadini del mondo noi wanderluster.

  • Non vediamo di buon occhio tutti coloro che non amano viaggiare. Ammettiamolo, non ci piacciono questi tipi di persone, tentiamo di capire come possano concepire la loro vita senza viaggiare ma non ce la facciamo proprio!
    Ecco perché noi wanderluster sentiamo il bisogno, la fortissima necessità di circondarci di persone che sono come noi, nomadi, instancabili giramondo.

 

  • Amiamo raccontare i nostri aneddoti e abbiamo mille e più storie da raccontare al ritorno da ogni viaggio.
    I nostri amici non ci sopporteranno più, vorranno quasi diventare sordi, ma tutto questo non ci fermerà. Perché? Certo non per vantarci, sia mai!
    Il viaggiatore incallito è una persona umile, se racconta aneddoti e storie lo fa solo per condividere perché non c’è cosa più bella che esprimere e trasmettere la propria gioia alle persone che ama, come a renderle partecipe di quei momenti, come fossero state la con noi.

 

  • Il viaggio a volte non è solo viaggio. Molto spesso è riscoperta di se stessi. Ci sono momenti in cui desideriamo la solitudine, momenti in cui ci è andato tutto storto e vogliamo solo evadere dai pensieri negativi.
    Un viaggio è un’ottima soluzione, ci farà capire le nostre priorità e ritrovare il nostro equilibrio.

 

  • Il viaggio come necessità di mettersi alla prova. Tutti gli amanti dei viaggi sono persone avventurose, che amano i rischi, persone curiose. Ecco perché per loro il viaggiare diventa un modo per confrontarsi con se stessi, con gli altri, ma anche per abbattere certi limiti che abbiamo solo nella nostra testa.
    Andare sempre più lontano, geograficamente che metaforicamente.

 

  • La maggior parte dei malati di Wanderlust si possono riconoscere molto bene…
    Basta osservarli, e tac, li noti subito! Sguardo assente, sono altrove, stanno viaggiando con la mente. Adesso sono a Bali, due secondi fa erano a New York. Il malato di viaggi pensa sempre ai viaggi, in ogni singolo secondo della sua vita! E per poter riassaporare i momenti più belli dei suoi viaggi li immortala fotografandoli, conserva souvenir e monete ed acquista prodotti locali.

Se possiedi tutti questi sintomi, caro Traveller,

hai la sindrome di Wanderlust, ma la cura la conosci già… 🙂 

 

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